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Letteratura 2012

Aurelio Picca

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1 agosto 2012
ore 21:00

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Un periodo a suo modo magico e trasognato, gli Anni Sessanta compreso tra due fatti di cronaca che lo hanno profondamente segnato. Da un lato la rapina in Via Gatteschi a Roma con Torreggiani, Mangiavillano, Loria e Cimino che si apprestano a colpire i fratelli Menegazzo. All’estremo come tragico epilogo il rapimento e l’omicidio di Ermanno Lavorini nella pineta di Vecchiano, con cui «l’Italia si gettò dietro le spalle l’innocenza». Lo spazio del racconto e della memoria è rigorosamente tratteggiato da una sorta di sguardo adolescente che si posa amorevolmente su persone, paesaggi, piccoli riti sociali, abitudini, lo scorrere della vita dentro la piccola comunità dove ognuno corre incontro al proprio destino e se lo porta ben scritto sulla fronte, come un’epigrafe alla Spoon River. C’è chi si sfracella in un incidente d’auto e il sangue gli piove addosso come sgocciolando da un quadro di Pollock e chi è campione al gioco del biliardo. Chi arriva tardi al matrimonio per imbellettarsi, chi uccide da ubriaco e chi lo fa su mandato del marito geloso. Chi corre ai comizi di Almirante e chi si entusiasma ai concerti di Morandi. Molecole di piccoli, deliziosi, fulminei racconti, una coralità che si spezza in un gesto, un viso, una parola, un atteggiamento, qualcosa a suo modo memorabile nel fluire costante e inarrestabile.

Aurelio Picca, scrittore e poeta, ha pubblicato con Rizzoli ”Bellissima” (1999), “L’esame di maturità” (2001), “Sacrocuore” (2003), “Via Volta della morte” (2006) e “Se la fortuna è nostra” (2011). Con questo romanzo, uscito per la prima volta nel 1998, ha vinto il premio Moravia, il superpremio Grinzane Cavour ed è stato finalista al premio Viareggio.